La maternità come linguaggio artistico
Dal 2 all’8 settembre 2022, gli spazi del Duomo di OGR Torino hanno ospitato Veneri, la mostra personale di Cleo Fariselli, promossa da Almanac in partnership con OGR Torino e con il sostegno di Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e Fondazione GB Mossetto Onlus.
Musa Communication ha curato l’ufficio stampa della mostra, accompagnando la comunicazione del progetto e valorizzando la sua dimensione simbolica e culturale.
Un racconto di trasformazione
Con Veneri, Cleo Fariselli ha trasformato la propria esperienza di maternità in una ricerca artistica e filosofica. Attraverso una serie inedita di dipinti a olio su tavola, l’artista indaga la gravidanza, il parto e la rinascita come momenti di forza, energia e consapevolezza, lontani dalle narrazioni più convenzionali legate alla maternità come sacrificio o rinuncia.
Le opere, concepite come figure apotropaiche, evocano la potenza delle veneri preistoriche e rappresentano il corpo come luogo sacro e generativo, dove l’esperienza personale diventa racconto collettivo.
Un dialogo tra arte e natura
Durante la settimana espositiva, Veneri si è estesa oltre la dimensione visiva grazie a un public programme di incontri, letture e conversazioni curato da Almanac.
Artiste, curatrici, ostetriche e studiose si sono confrontate sul tema della maternità, intrecciando linguaggi e prospettive in un dialogo che ha esplorato il rapporto tra corpo, natura e immaginario contemporaneo.
Il ruolo di Musa Communication
Musa Communication ha curato l’ufficio stampa del progetto, contribuendo alla diffusione e alla valorizzazione di una mostra che affronta con sensibilità e profondità un tema complesso come la maternità. L’attività di comunicazione è stata orientata a restituire il valore culturale del progetto e la sua capacità di creare connessioni tra arte, ricerca e società.
Un progetto che parla di vita
Veneri è una mostra che supera i confini dell’arte visiva per aprire una riflessione universale sulla forza creativa del corpo femminile.
Un progetto che racconta la maternità non come limite, ma come origine e rinascita, restituendole tutta la sua energia vitale.

